E’ opinione comune che settembre sia, per molti aspetti, il mese più gradevole dell’estate. Anche, e soprattutto, per “vivere” il mare. Eppure, i vacanzieri settembrini sono una sparuta minoranza, come quelli che lo continuano a preferire nel weekend.
La maggioranza, dunque, non approfitta di una piacevolissima e multifunzionale medicina naturale, la talassoterapia, per l’appunto, che proprio in questo periodo può elargire il massimo dei benefici.

In settembre, intemperanze del clima permettendo, le radiazioni solari sono meno intense e violente rispetto a luglio ed agosto e, dunque, risulta meno problematico effettuare bagni di sole, anche se valgono sempre le note regole del buon senso e le abituali cautele”, osserva Roberto Gualtierotti, bioclimatologo medico dell’Università di Milano. Tra l’altro, continuare ad esporsi, anche se più o meno fugacemente, alle radiazioni solari aiuta a contrastare le eventuali tendenze depressive stagionali, che già a settembre possono iniziare a far capolino. Ma anche chi, più semplicemente e classicamente, manifesta con disturbi psicosomatici lo stress della ripresa della vita lavorativa e degli impegni quotidiani può trovare un buon antidoto nel clima marino.
È assodato, infatti, che la talassoterapia contribuisca anche a riequilibrare il rapporto tra le energie interne ed esterne, ovvero tra l’organismo e l’ambiente: per questo può giovare, in modo particolare, agli individui che tendono a stressarsi con maggiore facilità. “Altro vantaggio non irrilevante, visti i capricci climatici, prosegue l’esperto, “continuare, per quanto possibile, ad esporsi agli agenti climatici marini mantiene allenato il sistema di termoregolazione e aiuta a prevenire le sindromi meteoropatiche. Queste sindromi, caratterizzate, tra l’altro, da ansia generalizzata, irritabilità, mal di testa, disturbi gastroenterici, proprio in questo periodo iniziano a manifestarsi con maggiore insistenza. Pure chi soffre di disturbi ad ossa ed articolazioni (compresi quelli di natura meteoropatica) trova ottimi alleati nel mare e nel sole settembrini anche, e soprattutto, per procrastinare il momento in cui queste sintomatologie dolorose, complice il progressivo avanzare delle basse temperature e di altri fattori predisponenti, inizieranno inesorabilmente a farsi sentire.

Tecnicamente si chiama “eliotalassoterapia”, consiste nell’esposizione generale o parziale del corpo ai raggi solari. È praticata in stabilimenti termali o istituti specializzati di località di mare, sotto l’occhio vigile di medici esperti, e rappresenta la migliore applicazione terapeutica del sole per l’organismo umano, perché è favorita dall’intensa luminosità, dalla purezza dell’aria e dalle radiazioni riflesse dall’acqua e dalla sabbia. Tutti elementi, questi, che provocano in positivo la normalizzazione dei metabolismo basale, l’aumento della calcemia e dei globuli rossi. Da tempo sono conosciuti gli effetti curativi degli UV abbinati ai bagni d’acqua su alcune malattie della pelle come psoriasi, eczemi, ulcere da stasi, vitiligine, dermatite seborroica. Meno noti sono quelli della luminosità, che contribuisce a diminuire la glicemia, influisce sul sistema endocrino e aiuta a combattere le sindromi depressive, sottolinea Gualtierotti.

Sole che massaggia e aiuta a tenersi in forma. I raggi solari agiscono come un sorta di massaggio: merito del calore, che decongestiona i tessuti. Esporsi intelligentemente al sole, dunque, aiuta anche a restituirci, in qualche misura, elasticità ai muscoli.  A tal proposito, qualche tempo fa uno studio americano, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della California arrivò a ipotizzare che il sole sia in grado di procurare lo stesso piacere delle carezze o di un massaggio.
Il principio? I raggi ultravioletti stimolerebbero i cheratinociti (le cellule dello strato più superficiale della pelle a produrre endorfine). I raggi infrarossi, poi, sono veri e propri “stimolatori” del metabolismo: in spiaggia, sotto al sole, questo aumenta mediamente del 10 per cento. Risultato si bruciano con più facilità calorie e ci si sente, in linea di massima, “più in forma”.

Le radiazioni date dalla gamma dei raggi luminosi intervengono anche a livello ematico, contribuendo ad aumentare il numero dei globoli rossi (mediamente del dieci quindici per cento). Tra l’altro, questo beneficio è conosciuto da tempo anche dai naturopati che consigliano i bagni di luce negli stati di anemia in genere. Inoltre, la luce del sole è il migliore sincronizzatore dei ritmi circadiani dell’organismo, l’orologio “biologico’ condizionato dall’ambiente esterno (in particolare dal ritmo luce-buio) e che influenza varie funzioni vitali, come pressione arteriosa, temperatura corporea e diversi ormoni presenti nell’organismo.
Per questo, l’esposizione ai raggi solari è consigliata anche per combattere la sindrome da jetlag, il malessere legato al rapido cambiamento di fuso orario.

La luce solare, infatti agendo sull’ipotalamo, interviene sulla produzione di ormoni, come serotonina e melatonina, direttamente coinvolti nella modulazione delle sensazioni di benessere e dell’umore. Le norme per un’eliotalassoterapia “fai da te”? Anche se settembre è un mese meno problematico, sono le solite: esposizione graduale e nelle ore meno calde, uso di creme protettive adeguate al proprio fototipo. Secondo i naturopati, il bagno di sole è il modo migliore per sfruttare le virtù salutari delle radiazioni luminose. Va eseguito al mattino prima delle 10 (solari): l’azione è più potente. Si esegue da sdraiati, cambiando posizione ogni 5 minuti sul fianco destro e sinistro, sul davanti e sul dorso. L’esposizione dev’essere sempre progressiva, iniziando con qualche minuto per arrivare a 40. Al termine, avvolgersi in una coperta per un quarto d’ora, sino a quando si percepisce un piacevole senso di benessere.

La cura a base di sole, acqua e aria marine è molto antica: già Euripide, 2500 anni fa, ne scrisse. La talassoterapia, così come intesa attualmente, nasce però nel 1778 a Dieppe, in Francia, e appare per la prima volta in Italia nel 1833, a Viareggio. Agli inizi del ’900, invece, aprono i battenti le prime Colonie climatiche, destinate a curare con l’elioterapia i bambini affetti da rachitismo.
Oggi, la talassoterapia è una “medicina dei sani”, ed è associata soprattutto ai bagni marini, ossia all’elemento acqua. Ma, in realtà, un ruolo molto importante lo svolge anche l’aria: non a caso, uno dei trattamenti più interessanti, soprattutto in previsione del prossimo, possibile riacutizzarsi di malattie respiratorie e dell’orecchio, naso e gola, è costituto dal l’aerotalassoterapia. Venti e brezze effettuano un vero e proprio “aerosol” attraverso il quale è possibile inalare particelle di sali provenienti dall’acqua, calcio, cloruro di sodio, iodio, bromo. L’aerosol marino è utilissimo per le vie respiratorie, in particolare per malattie delle prime vie aeree, sinusiti, riniti, laringiti, faringiti, tonsilliti, in caso d’asma e bronchite”, dice Gualtierotti.
L’effetto è percepibile fino a circa 150 metri dalla battigia, ma è più potente sugli scogli, a causa delle onde che si infrangono, e, in generale, quando il mare è agitato. Per effettuare questa cura, basta esposi il più possibile all’aria, meglio se vicino alla battigia e possibilmente, alternando momenti di riposo, stesi comodamente su uno sdraio, per esempio, ad altri di movimento moderato, per incamerare più aria possibile. Ma non di sole vie respiratorie. L’aria, ricca di sali, infatti, stimola, attraverso i recettori della pelle, la termoregolazione. Inoltre ha effetto sedativo, tonifica e rende più elastica la cute, spiega ancora “l’esperto”.

Il “contatto” con il sole, oltreché con l’aria e l’acqua di mare, fa bene anche alla pelle. I raggi solari, infatti, amplificando gli effetti degli oligoelementi contenuti nell’acqua marina, stimolano il ricambio cellulare, producendo quasi un effetto peeling e favorendo la cicatrizzazione di eventuali ferite. Tutti i problemi cutanei, tranne quelli legati a malattie autoimmuni, come lupus eritematoso o sclerodermia, si avvantaggiano dell’acqua salata, che ha anche proprietà disinfettanti.  In particolare, i raggi solari sono utili per la psoriasi, in quanto riducono spessore e arrossamento delle tipiche chiazze.
Anche la dermatite, sia atopica (chiazze arrossate, prurito, vescicole, pelle secca) sia seborroica (chiazze arrossate, squame grasse), migliorano grazie all’azione antisettica del sole. L’esposizione sia graduale: 3 minuti il primo giorno, 6 il secondo, 9 il terzo etc.

Le cure marine, in particolare le sabbiature accompagnate dalla fisiochinesiterapia, giovano alla maggioranza delle malattie degenerative dall’apparato locomotore (articolazioni, muscoli, tendini) e sono controindicate solo nelle forme acute e con prevalente componente infiammatoria. Ma anche le semplici esposizioni ai raggi solari hanno un impatto benefico, specie sui sintomi dolorosi. Non a caso, alcuni trattamenti classici per l’artrosi, come infrarossi e forni, non fanno altro che apportare calore alla zona malata.
La radiazione luminosa è fondamentale per lo sviluppo del bambino, perché la crescita è il risultato di un’azione corale delle ghiandole endocrine. II sole, poi, stimola la produzione della vitamina D, essenziale per la crescita delle ossa e per la loro solidità. La corretta esposizione alla luce solare risulta utile anche come forma di prevenzione dell’osteoporosi.

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