La trascrizione in caratteri latini della scrittura giapponese segue sistemi codificati, quali quello di seguito riportato, secondo il quale le vocali vengono lette all’italiana e le consonanti all’inglese. Le vocali lunghe, inoltre, si distinguono da quelle brevi per mezzo di una lineetta situata sopra di esse.
Esempio:
TOSHI (pronuncia TOSCI) = anno
TŌSHI (pronuncia TOOSCI) = investimento
Pertanto:
- S è sempre pronunciata sorda come in “sardina” (es. Suriashi si pronuncia Suriasci e non Zuriasci)
- SH si pronuncia come in “scegliere” (es. Shōmen si pronuncia Scioomen, Bushidō si pronuncia Buscidoo)
- K si pronuncia come in “Cura” (es. Kamaete si pronuncia Camaete, Kumite si pronuncia Cumite)
- KI si pronuncia come in “Chilo”(es. Kiai si pronuncia Chiai)
- CH si pronuncia come in “cima“, “Cioccolato” (es. Ichi si pronuncia Ici, Chokuzuki si pronuncia Ciocuzuchi)
- TS si pronuncia come la “z” di “spazio” (es. “Tsuki” si pronuncia Zuki)
- H si pronuncia sempre aspirata
- W si pronuncia come la “u” di “uomo” (es. Waza si pronuncia Uaza, Mawatte si pronuncia Mauatte)
- G si pronuncia come in “ghiro” (es. Migi si pronuncia Mighi, Gyaku si pronuncia Ghiacu, Gedan si pronuncia Ghedan)
- Z si pronuncia come in “zenzero”
- J si pronuncia come in “Giorgio” (es. Jū si pronuncia Giuu)
- Y si pronuncia come una “i” ed è considerata consonante (es. Yame si pronuncia Iame)
- M non esiste come lettera a se stante, viene scritta come “n” davanti a “b” e “p” (es. Senpai e non Sempai, Honbu e non Hombu)